L'argine ha il suo ritmo
e noi non vedremo il nucleo
della spirale così acceso
perché le luci di Milano
bruciano come condanne
o carni agonizzanti,
alla fine della pianura
i laghi nascondono eserciti
di ferro e di ruggine
che bevono la corrente
e l'ombra nebulosa colma
di qualcosa che batte
ogni volta che esplode il vagito
di una supernova piena
di fiati agonizzanti
e riflessi di sonni televisivi.
e noi non vedremo il nucleo
della spirale così acceso
perché le luci di Milano
bruciano come condanne
o carni agonizzanti,
alla fine della pianura
i laghi nascondono eserciti
di ferro e di ruggine
che bevono la corrente
e l'ombra nebulosa colma
di qualcosa che batte
ogni volta che esplode il vagito
di una supernova piena
di fiati agonizzanti
e riflessi di sonni televisivi.
Da solo a contare
rami di ferrovie morte
non c'è alcun rumore
siamo soli, io
e la mia morte, soli
come era il sorgere
dal mare all'inizio
e io già mancavo
da milioni di anni privo
di coscienza.
Siamo soli, io e la mia
assenza
assolutamente inutili
alla corsa dei treni.
rami di ferrovie morte
non c'è alcun rumore
siamo soli, io
e la mia morte, soli
come era il sorgere
dal mare all'inizio
e io già mancavo
da milioni di anni privo
di coscienza.
Siamo soli, io e la mia
assenza
assolutamente inutili
alla corsa dei treni.
* Enrico Barbieri, di Pavia, ha
da poco pubblicato con Cfr edizioni il volume di poesie '' Il Tremore della
Terra''.
Le sue poesie sono anche sulla pagina Facebook ENRICO BARBIERI POESIE
(PICTURES BY
DEVIANTART.COM)
Nessun commento:
Posta un commento