Eravamo a cena in un locale in cui fanno un'ottima pizza, hai presente la pizza di tipo napoletano, coi bordi alti e il condimento distribuito con sapienza e gusto estetico?, ecco, una cosa che sparge benessere a cominciare dall'idea; locale senza pretese, coi tavoli in ferro battuto e le tovaglie di carta, con il proprietario che passa a chiedere come va col sorriso tra le mani.
Insieme alla birra ghiacciata e ai dialetti leggeri mischiati tra facce e soffitto, scivolava lungo il collo la musica dell'amata, bellissima Napoli proveniente da casse infilate tra i quadri e le foto- le foto di Troisi e di Totò, di Pulcinella e del golfo; le foto della pizza e degli spaghetti: tra una chiacchiera e una risata brevi unghiate di nostalgia simile al vento nero dei marciapiedi fuori, dove il riflesso dell'insegna veniva inghiottito dal ringhio del mare, del faro che ondeggiava tra i tetti chiamando Casa - e noi ancora lì dentro, a circondarci di noi stessi.
Il cibo è vicinanza, festa e ricordo. Un'eccellente scusa per smettere distanze.
Gli spaghetti, così veloci a cuocere e versatili, sono amati ovunque: da sempre.
Io li amo particolarmente.
Me li concedo scolati al dente e con un filo d'olio, o con una salsa leggera al basilico.
Gli spaghetti sono arte e poesia.
I eat spaghetti, they eat spaghetti, we all eat spaghetti.
Enjoy :)
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A. Eisenstaedt, Woman eating spaghetti, 1941 |
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Audrey Hepburn |
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Corrado Mantoni |
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Buster Keaton |
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Women eating spaghetti |
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Alberto Sordi |
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Vittorio Gassman and Gina Lollobrigida |
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Fernandel as Don Camillo |
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Paolo Villaggio as Fantozzi |
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Dean Martin |
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Frank Sinatra |
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Isabella Rossellini |
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Italian Beauty eating Spaghetti |
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Gwyneth Paltrow |
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John Lennon
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Louis Armstrong |
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Jayne Mansfield |
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Lady Gaga |
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Julia Roberts |
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Tom Cruise and Oprah |
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Madonna (for Dolce and Gabbana) |
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Sophia |
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Marilyn Monroe |
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She eats spaghetti |
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She eats spaghetti, too |
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Sean Connery |
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Pulcinella |
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Oh my gosh ... |
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Antonio de Curtis as Totò |
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R. Guttuso, Uomo che mangia gli spaghetti |
Tempo verrà (D. Walcott)
Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.
Images and poem : web
e vualà gli spaghetti la pizza napoletana verace per chi ne è vorace le foto di questo e quello e quella e quell'altra e Buster Keaton in un instant-video e la CHIOSA magistralesistenzialisticosperanzosa di Master Derek Walcott riempiono di sé tutto il cuore e come il diavoletto di Maxwell stanno istante per istante il ogni punto del miocardio mio tuo nostro vostro loro grandiloquente arcivisibile fantasmagorica myse en abime che ci rappresenta ci nutre ci sostiene e finalmente felicemente fatalmente ci rende onore se non proprio gloria
RispondiEliminaAntonino (che - siatene certi - è nel pieno delle sue facoltà mentali)
posso dubitare delle mie, ma mai metterei in dubbio le tue facoltà :)
RispondiEliminaUna strizzata d'occhio all'italica spaghettata, worldwide osannata.
Pantagruel tende l'orecchio; a qualcuno va di traverso; noi aggiungiamo un po' più di pasta - per saggiarne la cottura tiriamo su uno spaghetto, sbigottiti e inorriditi dalla strana costumanza di appoggiar la pasta al muro per vedere se s'incolla ... - e certe malinconie vanno nella credenza, o nell'odore del basilico.
un saluto, Antonino :)