Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


Antonino Caponnetto - Poesie scelte da ''Agonie della luce''

Copertina di Agonie della luce*


Radici

Forse non potrei più scrivere un verso
se con tutto me stesso
ora non mi lasciassi andare a questa
profonda trafittura
del cuore, al desiderio
immenso di tornare
a terre antiche e sacre,

a patrie umane
confuse nel mio sangue
e luminose
come
stelle cruciali agli errabondi figli
che nell'anima accolgo
a ogni istante.


Istante

Occhi a notte scintillano
nel fitto del fogliame
aghi pungenti il buio
come minime stelle

Ignara tu soppesi e investi e squarci
le oscurità notturne anticipando
nel gioco il tuo croupier la sua destrezza
purché nessuno il trucco percepisca

Tanto a lungo dispersa fai ritorno
finalmente alla brezza meridiana
Un lampo si riflette in questo specchio
d'acque lacustri per un breve istante

Forte del modo tuo d'esser donna
<<Come si può - ti chiedi - che io cambi
e muoia d'una vita disumana?>>

Da tempo il fuoco del tuo antico idioma
arde furente nel ferino cuore
al sangue giunge scuote ogni fibrilla

Ma forse non morrai
Non moriremo
O forse molto
diverremo vecchi


Senza titolo

La verità che tante volte inseguo
è quella inafferrabile
di un dormiveglia quando è quasi l'alba,
perturbante pensiero e desiderio
che il risveglio cancella in un istante.
La cerco sul tuo viso mentre dormi.
E tu ti sveli come un singhiozzo.
Un nodo in gola, un vuoto, una morte.


Il silenzio del figlio I

Nel ragazzo che oramai non volge
verso me gli occhi
mi conosco: ominide
indecifrato sono,
minuscolo granello 
nel vento senza fine.
Ma nel suo odio esisto e sono vivo.

Finché così sarà, sarò io stesso
questo mio figlio ardimentoso e solo
che tenace si oppone
ai miei silenzi antichi
col suo silenzio acuto
come un pugnale a scandagliarmi il cuore.


I dormienti

E allora
di noi stessi
lasceremo che muoia
tutto quello che deve

Altre vite saranno
in mezzo alle tempeste
ma nessuno 
potrà vederle mai

Sarà soltanto
la bonaccia e la quiete
lo scintillio vibratile dell'onda
ad offrirsi agli sguardi

E nelle calde sere
che lente scenderanno

nessuna madre cullerà il suo bimbo

E il concerto dei grilli nei cortili
empirà i sogni oscuri dei dormienti. 

*** 

''Il ritmo attraverso un uso della parola attenta e mai superflua rende ogni poesia uno spartito musicale, da eseguire a voce come un tempo accadeva, sia nel fraseggio attento dell'amore che nel dramma della condizione umana tale da poter definire ''Agonie della luce'' un cantico universale contro l'agonia del presente.'' (dalla prefazione di Beppe Costa, pagg. 6-7)

*L'immagine di copertina è tratta da: http://beppe-costa.blogspot.it/

Tutte le poesie qui proposte e la prefazione sono tratte da AGONIE DELLA LUCE, di Antonino Caponnetto, Pellicanolibri editore, 2015



Antonio Caponnetto
Antonino Caponnetto è nato a Catania, dove ha vissuto, salvo una breve pausa romana, fino al 1980. Dal 1981 vive a Mantova. Per l’Editore Campanotto ha pubblicato i due libri di poesie “Forme del mutamento” (1998) e “La colpa del re” (2002). Per le Edizioni Kolibris ha pubblicato la raccolta di versi “Miti per l’uomo solo” (2009). Suoi testi poetici sono stati radiotrasmessi e altri sono apparsi su rivista. Presso le Edizioni del Trito&Ritrito sono inoltre apparse (in limitato numero di copie destinate agli amici), quattro plaquettes: “A che serve?” (2001), “Le chiare strade” (2002), “Contromovenze” (2003) e “Petits cahiers pour la douleur du pauvre” (2005). Per la rivista “Zeta News”, dal 2002 al 2006, ha curato insieme a G. Sammito l’inserto “Atti Barbari”. Sia con altri che in proprio ha inoltre promosso e curato iniziative sulla poesia e, in particolare, sulla scrittura poetica. È presente in rete dal marzo 2012 con il blog Caponnetto-Poesiaperta: http://caponnetto-poesiaperta.blogspot.it/. Suoi testi poetici, un intervento sulla poesia, un’intervista e altro, sono leggibili anche online attraverso vari link. Non mancano le prefazioni e i contributi critici alle opere di giovani e meno giovani poeti.

Immagine e dati biografici by:
http://caponnetto-poesiaperta.blogspot.it/search/label/Caponnetto%20Antonino


Commento alle Poesie di Antonino Caponnetto
(di Alba Gnazi, 7.6.15 - N.B.: questo commento è stato scritto alle poesie di Caponnetto scritte precedentemente ad ''Agonie della luce'', uscito nell'ottobre del 2015)

Tempo fa ebbi a scrivere, a proposito delle poesie di Antonino Caponnetto, che erano come attraversate da un vento di primavera. 
Quel vento percorre e precorre, come un ghibli nei deserti lontani, le Sue opere poetiche: le quali, sorrette dallo scorrere del tempo, additano spazi e cronologie parallele.
Sono, quelle di Caponnetto, poesie che ininterrottamente dialogano con gli occhi e con lo spirito, e rimandano a inizi senza origine; moti d’anima e alfabeti che perseguono un proprio ritmo e che dicono: Seguimi.
Conosce, il Poeta, le pieghe e le lacune del prisma ch’è la Vita: ne conosce i vicoli e gli anditi più scabri, gli odori e i cromatismi. 
Ogni lingua, porto, volto, tetto sono, per Lui, casa e fagotto: non è solo immersione, non è solo indagine (per quanto accurata, a Lui propria, inedita e multiforme): è possesso intimo e profondo, è costante meraviglia, quella che rende il passo lieve e danzante, l’occhio mai saturo.
Guardare, notare, annotare, sciogliere nodi, celebrare incanti, a proprio modo e tempo ciascuno lo fa. Ma con Caponnetto ogni sensazione si muta in ritorno. 
Ogni volto diventa una traccia da seguire col dito. 
Ogni parvenza scavalca l’illusione e si posa tra gli occhi e la mente, pronta per essere afferrata.
Il sentimento più aspro e nobile, quello che non ha stasi nel tempo e che, attraverso il tempo e le voci, definisce e plasma il cuore, quel sentimento immotivato e sublime contrae un debito con le Sue parole; arrestato in flagranza d’esplosione, rarefatto talora, talaltra più spesso e pervicace, osserva se stesso e le cose da presso, s’attorciglia come un’onda, atterra e sonnecchia; e scrutato a sua volta ci scruta.
Ci sono, nelle parole (tra le parole) malie che bevono vite e intenti, regalano momenti di estasi e promesse sconfinate; malie che diventano quiete e risveglio: e non sono più malie, ma condivisioni,  doni preziosi e disinteressati di sé, che Caponnetto depone a vista, in attesa che siano riconosciute come un qualcosa di cui non si dubita -  che semplicemente c’è – che non abbisogna di prove: ché far dono dei recessi dell’anima è una scelta: non ammette errori, condizioni, scambi o compromessi: solo fiduciosa offerta, a occhi chiusi e mani piene.
Non c’è vittima, non c’è carnefice, qui: solo consapevolezza dell’ineluttabilità dei tramonti, dello scorrere degli eventi, dei mutamenti che non lasciano confini da oltrepassare, delle distanze cosmiche che dal nero vertiginoso dello spazio rendono mite e misero l’Oceano: eppure sempre consono e degno di essere cantato.
 E’ la consapevolezza che rende alto il Suo Poetare, e rigoglioso e puro; antico di conoscenze che rendono tenace e potente la cosa poetica; nuovissimo per il sentire e il decifrare fatti arcani, ombre deformi, spirali di memoria, luoghi fondi, agenti che respingono interpretazioni uniformi. 
Umile e ricchissimo poetare, ironico, ritmico, elegante, privo di scadimenti lirismi pindarismi pedanterie ecolalie … ma qui la lista s’allunga,e già abbastanza tempo s’è tolto al Suo dire - che nei mutamenti del Tempo stesso trova conferme e aperture via via più inedite, riformulazioni e vissuti che concorrono a fare del discorso poetico di Caponnetto un continuum sempre più prossimo al nucleo fondante del Suo essere in Poesia.


***

A cura di Alba Gnazi, 15.1.16

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