A chi dirai
che mi mancheranno il cielo
e il mare dipinto
sulle tele dei sognatori?
La neve d’inverno
e l’odore del legno bagnato.
Le viti attorcigliate e le margherite
che mi hanno sempre mentito.
E l’acqua quando sgorga
tra le mani, a chi dirai
che mi mancherà?
Le ciliegie
condivise con i merli
e le farfalle,
con la libertà.
Fare l’amore
con l’uomo che ho amato
e aprire gli occhi
con la consapevolezza
che quello che non si vede
si può immaginare.
A chi dirai che mi mancherà
piangere e ridere
con l’amica di sempre
ed invecchiare
per tornare bambina
a contare stelle.
A chi dirai che i bambini
sanno contare tutte le stelle?
Img: web
ntensi, forti, capaci di scuotere e percuotere ogni fibrilla del corpo, ogni segreto anfratto dell'anima, questi versi di Sonia, non fanno che confermare al lettore come la naturalezza del sentimento - assecondata dall'uso di materiali pericolosamente "poetici" - possa avere esiti così umanamente drammatici, così radicati nella realtà vitale di ciascuno. Qui gli itinerari espressivi, le apparenti immediatezze di linguaggio, attingono a radici profonde che sono insite tanto nel vivere quanto nel far poesia di Sonia. Nel suo caso si può e si deve parlare della forza del sentimento, ma sempre nella piena, costante consapevolezza di sé e del proprio destino umano e artistico.
RispondiEliminaA. C.