Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


lunedì 27 dicembre 2021

In quel minimo che cade. Alba Gnazi





In che nome 


Ci si mette addosso il giorno

per percorrere le ore

tirando a lucido il coraggio

di mostrare sé stessi


Soffiando un sorriso nel fiato

dopo aver saggiato lo sguardo,

toccandoci il viso in imbarazzo

se scoperti senza difese

a vuotare fame e versi

su raffinate malinconie


Essere risposta e non traguardo,

come il pacco annidato in mezzo ai lumi

che si sciolgono e si mischiano

ad altri lumi,

aspettando un arrivo

con cui vestire di mani la neve


con tanto di sciarpa e cappello

e se resiste naso-carota e ombrello

Oh little snowman on my yard


Cadere via dal rumore

nel lento precipizio delle cose

che si trasformano in silenzio

farsi sottrazione e non rimpianto


Per imparare da noi stessi

in che nome

e come

cadere.

*

L’Insegnante


Ci insegnava a scartavetrare i cessi

con la carta ruvida,

a spingere le mani nell’acqua scurita 

da un odore riemerso

di scomposto e caduta


 Prima grattate i fianchi, diceva

poi andate sotto,

giù, nel nero;

grattate bene

fatevi il sangue

 insistete 

forse torna come dev'essere,


solo così si vede

*

Ho comprato tante cose


Ho comprato tante cose

 così tante e belle

per non sentire più il freddo


Qui dentro per ripararsi

danno solo una veste verde

che traspare sul mio corpo,

sulle mie gambe nude


Arriveranno presto

mi porteranno dentro

e poi di nuovo qui


 Avanti a me una, dopo

di me un'altra

a questo serve la veste verde

 a fare uguali tutti i corpi


 Quando uscirò

avrò addosso il mio cappotto

e quel bellissimo basco

col bottoncino in panno

che mi fa il viso diverso


nemmeno sembro io.

*


"Se si invoca la poesia a farsi essenza della propria vita, così da confondere “assi interiori per decametri”, è perché in essa la Gnazi coglie la propria stabilità e soprattutto il proprio ritmo, se è vero che uno dei sensi più praticati dai poeti è quello dell'udito, quell'attitudine all'ascolto delle voci esterne ed intime che lacerano il silenzio e ad esso tornano e da esso ritornano sul silenzio bianco dei fogli.

Per questo motivo leggere i versi della Gnazi significa affidarsi ad una fitta trama di sonorità quali rime, assonanze, consonanze, allitterazioni e altre figure di suono, ma soprattutto a parole onomatopeiche (sulla scia del Pascoli, ma anche del D'Annunzio di “Pioggia nel pineto”), quali: scrosci, schiocchi, schianto, gracidii, e altri richiami, spesso inquietanti, in cui si ode la spezzatura, ma allo stesso tempo la presenza del reale, se è vero che sparire sarà un “cadere via dal rumore”, trasformarsi in silenzio."

(Dalla postfazione di Franca Alaimo) 

Alba Gnazi, In quel minimo che cade, Il convivio Editore 2021

Con la postfazione di Franca Alaimo

Copertina: Renaissance, di Kater Kāli Pillar


Il libro è disponibile su:

www.ilconvivioeditore.com


https://www.amazon.it/dp/8832745127/ref=cm_sw_r_apan_glt_i_1B446BB9XNEWDSA9ZMW0

https://www.ibs.it/in-quel-minimo-che-cade-libro-alba-gnazi/e/9788832745122

https://www.mondadoristore.it/In-quel-minimo-che-cade-Alba-Gnazi/eai978883274512/

https://www.libraccio.it/libro/9788832745122/alba-gnazi/in-quel-minimo-che-cade.html

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