Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


mercoledì 13 novembre 2013

Arpeggi per un bambino



(Voleva nascondersi nella tua schiena
Il tempo che inalbera imperi
voleva nascondersi nella tua schiena, ma
correndo inciampò
e gli caddero le Chiavi)


Bambino con dita di malta
che posa uova nei nidi
scalzo tra i sassi sputati dal cosmo
dormiente sui pagliericci di una chitarra gitana
stremato e assolto sogna
sogna un goal al fischio finale
Osannato dall’urlo delle foglie
dal plauso dei grilli 
Affonda i piedi nelle nostalgie in cerca di meduse
e colleziona arpeggi per scacciare mosche e permessi negati


Bambino con dita d’acciaio
la nuca spartisce orgogli dorsali e 
marine di sogni a occhi aperti
Non si perde tra i binari inchiodati alle tundre
Di mobilità e fatiscenze fa tesoro
Nobile schiaccia voci con canti in controtendenza
e vigila il transito del bruco prima della muta
sprecando sonno e cioccolata
Ché certe coccole (lui lo sa) non tornano se non
con ali di vanessa.


Bambino da Musica nato e posto
tra le braccia dell’Yggdrasill, prossimo
alla scomparsa delle maree
Scommette pane e spade tra i torrenti
raccoglie lantane per schermire malinconie 
inoltra vermigli per posta ordinaria e
cresce col cuore in spalla
senza abbassare gli occhi
Gli occhi
non li nasconde mai
Io quel bambino l’ho incontrato
l’ho incontrato oggi
e mille anni orsono
l’ho incontrato tra cento albe
L’ho incontrato, mi aspettava
e sulla schiena portava le torrette del tempo
le merlature a pugno chiuso dell’Onniscienza


Mi aspettava, in piedi e ritto e fermo
Mi aspettava per incontrarmi
Quando non c’era più tempo per l’attesa
Tra gli arbusti dell’Yggdrasill
e gli arpeggi delle farfalle
Mi aspettava e aveva le Chiavi
aveva le chiavi e mille fardelli
Io gli porsi lo scrigno
Lui senza parlare si inginocchiò
Io senza parlare mi inginocchiai
E qualcosa di cieco, su in alto,
qualcosa di stolto irato distorto mai nato
Qualcosa
Su in alto
Pianse.


Alba G., 21.7.13
Img: David Seymour, Bambino nell'Austria del 1948; la stampa.it (torinosette, 3.4.14)

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