Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


giovedì 14 novembre 2013

Come gli alberi senza foglie




Tu cerchi nei tuoi fogli
E certo nei tuoi libri
Di incontrare qualcuno
Che non c’è

Di formare una mappa
Intrecciare un aquilone
Ridipingere steccati
Aspettando quello che
Senza freni né fanfare
Né colletto inamidato
Con la Musica sulle mani
E una sigaretta nel taschino
Un fiore di campo colga
Solo per te.

Ma vedi non c’è spazio
Tra certe righe bianche
E non c’è più riporto se
Le sottrazioni sono state tante

C’è un’aria fredda e grigia
come quel tetto beige
che un tempo era marrone e
faceva bella mostra di sé.



Coprirai le gambe con un telo
Il ginocchio da un buco sghembo
Spierà
I bordi rotti del cielo nero, cercando:
ma a te
quel che serve
è tutto qua.


I ricordi sono dita nel burro
Fitti e penduli come
Margherite di campo :
resti ore a contemplarli,
ridi piano, scuoti il capo
il tuo mento si
inumidisce alle estremità.

Letto bianco, saturo di
Odori che non s’erano annunciati
Onde dritte di libri, preziose
Bambole di porcellana,
Fiori di serra
E in alto
Monocromatici laghetti, stagionate stampe di Monet,
sdentate istantanee di
nipoti che
non vedi mai.

C’è stato un uomo
Che pesava sul letto al tuo fianco
Occupava la sedia di lato
Leggeva un solo giornale
Non sapeva farti restare né partire
E poi un giorno è morto
Tu rivuoi quel silenzio
E quelle luci piatte
E quell’odore di cipolle e limone.




Nessuno è più diverso
E più uguale di me
al niente.

Non il lattaio,
che è stantio e vuoto e estinto, coi suoi orci
chiassosi di etere e spuma.


Non il vinaio, che il
Rubro pollice preme sul
Rubinetto d’oro – Malvasia e Loto, e
Fragore e Senso
Nel calice vinto da labbra bugiarde.


Non il fornaio, né il brigadiere, né il vecchio aio.

Su questa mulattiera
sbavata di peli e tempo
Non leggo libri
Non conosco pregi
Non distinguo lumi
Non aspetto altro
Che gli alberi sussultino di verde

Prima che le bisce escano dai nidi.

1 commento:

  1. Guardo in alto; vedo sogni volare, tra tanti infranti, e nuove speranze.

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