Georges Braque, Barche sulla spiaggia |
Risveglio di nebbie sulle sabbie di Tirrenia. Muto e assonnato passo d'alba tra controluci che m' asciugano il sonno.
In ascolto del mare nascosto, lo intuisco con la frenesia degli amanti; ne annuso l'assenza con vibrisse feline. Fremono gli occhi.
L'inverno spiga da un autunno febbricitante.
Sulle plaghe gli aironi a eserciti, a sciami, planano e si posano, quasi fossero molliche d'aria e piume,
con una zampa nelle pozze e il becco al vento.
(Avrò voce nella voce?)
Ma è il solstizio, e ho pantofole d'inverno, e ho sempre qualcosa da fare nei miei qualcosa da fare.
Incorro in tutti i frastuoni di domenicali facce e giacche e nasi e auguri.
Vorrei tacere talvolta ma non oso.
Incorro in me e per non parlarmi troppo addosso chiudo libri e specchi.
(Vorrei tacere anche adesso ma non oso.)
Il solstizio mette pantofole all'inverno, tra le nebbie e le sabbie di Tirrenia.
G. Courbet, Le onde |
Vedi.
La voce è un messaggio e un'offerta.
Mi offro : prendimi, dice la voce.
Come la poesia. Quando la si legge, poi diventa nostra. Diventa mia, diventa tua.
Oggi avevo una poesia per un bimbo triste.
Oggi avevo una voce per una donna in guerra, e di guerra stanca, come direbbe Amado.
Oggi avevo così tante zolle tra le mani da dovermi mettere seduta.
Invece ho sbadigliato ridendo.
E le zolle hanno sgretolato via le necessità dalle mie braccia.
Ho cantato per i punti sospesi in gola, per un bambino in guerra , per una donna triste.
[You. Mon semblable. Così simile da essermi sorella. O io. ]
Paola Pittori, Donna senso e sacralità |
Sempre qualcosa.
Il tempo. La voglia. Le occasioni. La fantasia. Una marcia in più. Quella conoscenza. L'aspetto giusto. La voce adatta. La firma leggibile. La capacità di sintesi. I soldi. Lo spazio. Un libro. Le sigarette. Il telefono. Lei. Lui.
............................................Levità.
Metti i piedi nell'acqua. Infilati nel caldo. Spostati nella Musica.
............................................ Levità.
Conquista il silenzio delle mani e del corpo.
Toccati le mani, toccati il viso, toccati il corpo.
(Sei tu.)
Toccane il silenzio, la voce zitta, la voce che tace, la voce che ora riposa.
Lieve di levità e silenzioso corpo, lì, dove sei Musica e niente ti manca.
nessuno ti manca.
(Lieve)
http://www.timeshighereducation.co.uk/Pictures/web/j/s/x/opinion_p26_27_200111.jpg |
Il ricordo non paga.
Stimola aspettative e formula inganni.
Ne prevengo la forza con annegamenti nel presente.
Infuria però tra le serrande dei miei alibi col sibilo di altri alibi. Di caldissime puerili seduzioni.
Mi affascina con istanti di odore.
Mi precede, mi forma.
Quel che ignoro è perché si ostini a imporsi sulle mie realtà con accenti che spesso mi gelano.
Ne avrò bisogno, in un qui per cui adesso non c'è posto.
In una me che ha decostruito per ricostruire senza indugi.
Bisogna viaggiarsi via, di tanto in tanto.
Dai sé che non esistono.
Dai mondi che non esistono.
Forse più - forse mai.
E che azzannano come le mosche durante la siesta, in pieno sole, che resta a guardare e non difende.
Alba Gnazi
Dicembre 2014
Nessun commento:
Posta un commento