' (...) Senza parlare, solo guardando di sottecchi la sua straordinaria infangatura, tornarono ai loro osservatori, indifferenti allo stillicidio che gli infradiciava i berretti e le spalle. Il più anziano di loro, ed anche quello che sembrava sopportare con più buon umore la situazione, un uomo con capelli e baffi bianchi e occhi umorosi, domandò a Milton: - Quando dici che finirà, patriota?
- Primavera, - rispose, ma la voce gli uscì troppo rauca e falsa. Diede un colpo di tosse e ripeté: - Primavera.
Allibirono. Uno bestemmiò e disse: - Ma quale primavera? C'è una primavera di marzo e una primavera di maggio.
- Maggio, - precisò Milton.
Rimasero tutti sbalorditi. Poi il vecchio domandò a Milton come avesse fatto ad infangarsi così.
Milton arrossì, inspiegabilmente. - Sono caduto in discesa e sono scivolato di petto per molti metri.
- Verrà pure quel giorno, - disse il vecchio guardando Milton con troppa intensità.
- Certo che verrà, - rispose Milton e richiuse la bocca. Ma il vecchio insisteva a fissarlo con un'avidità insoddisfatta, forse praticamente insaziabile. - Certo che verrà, - ripeté Milton.(...)'
(Beppe Fenoglio, Una questione privata, Einaudi, Torino 1990)
Nessun commento:
Posta un commento