Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


venerdì 8 maggio 2015

Perdonate gli Oloferne - A.

In the vortex of passion, Leonid Afremov
(a recreation) www.etsy.com


Intendi la saggezza dei falchi, mio amato,
 che improvvisano madrigali nel tuo stomaco
 Di cento e tante voci possediamo il minuto, pasto raffreddato
 dal capriccio del giorno, eppure (eppure)
non possediamo la goccia rossa sulle labbra
che tu vedi, amore mio, solo quando piangi le mie lacrime
e le tue dita non mi raggiungono.

 Intendine la saggezza verginale, sacro amore
Di quante guerre graffierai i tuoi palmi, di quanti vetri,
di quanta verità ristagna e ovale
Verità a stanze sfitte in cui siedi solo,
 aspettando i miei campanelli.
 Non c’è spazio per quello spazio che ci alberga, mio unico,
ché già porte abbiam serrato con un coltello in bocca
 (la mischia del bianco è pelle e occhi)
ascolta il sussulto, la vena cava di quelle
 gole esposte che salmodiano adesso, sempre (Uccideteli!)

Ma l’impronta dei tuoi umori mi cinge il capo
 e son regina – dell’Insonnia e del Buonsogno,
degli accenti concavi di ogni tuo TiAmo,
 e ti amo, mio Oloferne (io Oloferne)
 e porto e scorto e difendo
l’eco azzurra dei tuoi sospiri in corsa

in fuga dalle terre di Betulia.


(Alba, 27.4.13)

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