Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


mercoledì 13 agosto 2014

Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano - Dylan Thomas






Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano
Dylan Thomas


I.
Tutto tutto e tutto gli aridi mondi sollevano,
La pianura dei ghiaccio, il solido oceano,
Ogni cosa dall'olio all'urto della lava.
Città di primavera il coltivato fiore
Nella terra si svolge che ruota gli inceneriti
Paesi sopra un circolo di fuoco.

Eccoti adesso, mia carne, mio compagno nudo,
Mammella del mare, domani membruto,
Tarlo nel cranio, tu recinta e incolta.
Tutto tutto e tutto, l'amante della spoglia,
Sparuto come il peccato, schiumose le midolla,
Della carne ogni cosa sollevano gli aridi mondi.

II.
Paura non ti arrechi il laborioso mondo, mia mortale,
Paura non ti arrechi il piatto, sintetico sangue,
Non il cuore in metallo costoluto.
Non temere lo stampo, il macinarsi semìneo,
Il grilletto e la falce, la lama nuziale,
Né la pietra focaia nella percossa dell'amante.

Uomo della mia carne, mandibola spaccata,
La tenaglia e il serrame della carne ora conosci,
E la gabbia del corvo dagli occhi di falce.
Ora tu sappi mio osso, la leva articolata,
L'elica non temere che la voce avvolge,
Ed il volto all'amante respinto.

III.
Tutto tutto e tutto gli aridi mondi accoppiano,
Ogni fantasma con la sua fantasma, l'uomo in contagio
Col grembo di sua gente senza forma.
Tutto ciò che dall'amnio e la mammella prenda forma,
Urto di carne meccanica contro la mia,
In questi mondi quadra il circolo mortale.

Fiore fiorisci al fondersi dei popoli,
O luce nello zenit, o bocciolo accoppiato,
E la fiamma in visione della carne.
Fuori dal mare, l'impeto dell'olio,
Occhiaia e tomba, sangue pretenzioso,
Fiore fiorisci tutto tutto e tutto. 









All All and All the Dry Worlds Lever

I
All all and all the dry worlds lever,
Stage of the ice, the solid ocean,
All from the oil, the pound of lava.
City of spring, the governed flower,
Turns in the earth that turns the ashen
Towns around on a wheel of fire.

How now my flesh, my naked fellow,
Dug of the sea, the glanded morrow,

Worm in the scalp, the staked and fallow.
All all and all, the corpse's lover,
Skinny as sin, the foaming marrow,
All of the flesh, the dry worlds lever.


 II
Fear not the waking world, my mortal,
Fear not the flat, synthetic blood,
Nor the heart in the ribbing metal.
Fear not the tread, the seeded milling,
The trigger and scythe, the bridal blade,
Nor the flint in the lover's mauling.

Man of my flesh, the jawbone riven,
Know now the flesh's lock and vice,
And the cage for the scythe-eyed raven.
Know, O my bone, the jointed lever,
Fear not the screws that turn the voice,
And the face to the driven lover.


            III

All all and all the dry worlds couple,
Ghost with her ghost, contagious man
With the womb of his shapeless people.
All that shapes from the caul and suckle,
Stroke of mechanical flesh on mine,
Square in these worlds the mortal circle.

Flower, flower the people's fusion,
O light in zenith, the coupled bud,
And the flame in the flesh's vision.
Out of the sea, the drive of oil,
Socket and grave, the brassy blood,
Flower, flower, all all and all.

- IMG: www.walesonline.co.uk -


           

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