quand'anche
ripensando all'ordine inverso delle cose, a un Montale di primo pomeriggio trattenuto
(Si slitta)
in una pagina pianta nel piangere la forza del risveglio, ennesimo antemortem sudaticcio e tardivo.
Ripensando, la ragazza nera d'ebani intravista ierlaltro sul Lungarno, bellezza senza disarmo e scadenza, intatta nel bianco breve del vestito sul ginocchio, i merletti sul petto, la coda; intera d'ossa e pelle che non ne vedi più, non ne odori più, di donne così, già marce e passate - nel quotidiano che inaridisce l'ipotesi di un arrivo che non scema e duole al fianco.
Ripensando
a tutto quell'Amore che mi ritrovo addosso quadruplicato e ampio dopo che l'assenza ha fatto il suo dovere, bambino bambina untìmani che v'amo a più non posso, metonimia d'un andare in questo secolo siderale che controlla ogni mio sbaglio e talvolta lo chiama compromesso: io rispondo sempre, ha una voce dolce e in fondo non è mica colpa sua.
Ripensando
a tutto quello in cui mi riconosco, deforme perfetto, chi capisce è bravo, fischietta il tuo motivo, io
ripenso specchi e nel vederti mi rapprendo, adesso poco fa e quand'anche
(Alba Gnazi)
Quand'anche in un indizio impercepito
si disperdesse la parola-specchio
precipite parola oscuro manto
che di te avvolge tutte le parvenze
Tu sui crinali impervi sospesi tra infinite
Albe nuove e diverse
quand'anche giù dal baratro più fondo
vedresti te danzare come stella
cui questo è dato: sorgere ogni giorno
(Antonino Caponnetto)
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