Who I am

Alba Gnazi

Le parole sono una chiave e un ponte, un codice privilegiato e misterioso, un canto: leggo da quando ne ho memoria.
Ancorata alla Musica, trattengo chimere sotto le unghie e mi ricompongo nella luccicanza di gioie minute, a metà tra il surreale e la strada.
E di vagare non smetto.


martedì 22 settembre 2015

Riemersa - A.

Inviolata, Laura Zingarelli - premioceleste.it

Senza fiato sono scesa dentro al mare
rilasciando all'orizzonte un lamento
che somigliava forte a una venuta
al mondo, l’ultimo
gran rifiuto spiaggiato alla coscienza.

Al mare sono scesa, con mezzelune d'ira in palmo,
il sistematico amore di voci ed echi
e fiati, l’insistenza della rena dove ancora
mio padre - i suoi occhi 
lavati da rumori rossi
e strida.

 Ricordo tutto.
Altro non ricordo.

 Lì portavo un nome, un'origine guerriera,
madre di sangue
dalle cosce sode. Qui
nel raschio mutilo dell’onda
sciolgo al mare mio figlio

-         non nasco, mi cancello, mi raggrumo
nel compromesso di un’eternità
che nessuno assolve
e tutti scagiona:

perfino il mare, che
sciaborda prole intatta tra le gole
dei gabbiani, l’approdo urlato
dai sogni di chi non è partito, di chi
non è arrivato: di me, io:

falda d’ombra e deriva
al fianco del giorno, ove
intoccata e nuova
scivolo piano
-         finalmente sola.



(C’è chi ancora le chiama ‘’tragedie del mare: assolvendosi).



(Scrivere questo pezzo ha richiesto parecchio: parecchie revisioni, parecchie incertezze, parecchi echi da rabbonire. E tempo: mesi di stasi, rimandata la partenza per l'indefinitezza, per la crudeltà del mio sentire. Non troppo, non troppo poco. Mi è sembrata sempre una buona regola. Questo, prima di dedicarmi a 'Riemersa'.

 Le notizie fanno notizia fino a che l'audience si stanca: poi smettono di essere appetibili, danno noja, qualcuno sbuffa e si offende perfino: uh, ma che insistenza.
 Resta che prima e dopo la notizia c'è stato un volto, un'identità, la voglia acuta di vita, il diritto al proprio spazio di sogno - ovunque sia possibile innestarlo. C'è stato e c'è chi ha iniziato a prepararsi per quel sogno, chi in parte lo ha carezzato oltre ogni presagio e chimera, chi invece porta mare al mare, e figli,e ricordi.
 Chi aspetta quei figli, ché altro non può fare:li aspetta in casa e mentre dorme, mentre lavora e fa l'amore, mentre odia il risveglio, mentre s'annienta in ogni sonno per ricostruirsi in attesa: ed essere pazienti vigili e pronti oltre ogni speranza. Il patrocinio del desiderio non è appannaggio della ragione, in fin dei conti. Anche quando quei figli vanno dritti in braccio al mare, o restano avvinghiati all'utero, lo portano via con sé.)

Alba G. 
data di pubblicazione: 22.9.15


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